‘E CUNTU CAMPANI PE’ GRUOSSE ‘E PICCERILLE

Con ’E cunte campani pe’ gruosse ’e piccërille di Aurelio De Rose, siamo al cospetto di una produzione letteraria, che potrebbe diventare perfino una pre­senza significativa nei percorsi di educazione e formazione dei bambini e dei giovani, oltrechè punto comune di riferimento culturale, nel segno del recupe­ro di una gloriosa tradizione narrativa, colta e popolare, esibita, in prevalenza, per aspetti linguistici, etnografici e folclorici. De Rose, qui, ci propone dei contacunti capaci, narratori abili a riaccendere l’eterno conflitto umano tra crediti della fantasia e debiti della realtà, anche se, talvolta, gli insegnamenti dei cunti diventano incerti tra le varie e contraddit­torie sollecitazioni della vita, ribaltanti, spesso, la dinamica della morale con scardinanti effetti beffardi.

Ciò nonostante, che fiaba sia!

dalla Prefazione di Giuseppina Scognamiglio

Aurelio De Rose è nato a Napoli e vive a Roma. Critico d’arte, appassionato della storia e della cultura artistica antica e moderna della propria città, ha collaborato con diversi quotidiani e riviste letterarie con interventi di storia del costume e di critica d’arte. Tra i vincitori del premio Pontano. Tra le ultime sue pubblicazioni: Napoli-La Cappella Sansevero, La storia, le opere, gli artisti; Il Misterioso Sebeto. Storia delle acque in Campania e delle fontane di Napoli; Testamento per Napoli. Testi di poesie editi e inediti intervallate da opere pittoriche di Eduardo Palumbo; Li antichi ditti Na­poletani e Campani.

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