Terre – racconti di viaggi e di scienza di Benedetto De Vivo

Perché una premessa autobiografica? È una ‘excusatio non petita’ l’intento? Affermiamo subito che questa non vuole essere una narcisistica nostalgia, un etimologico cre­puscolare ritorno al passato per una ricognizio­ne diacronica di attività ben spese, insomma una gratificazione risarcitoria. È altro. Vuole essere un contributo funzionale alla miglior intelligenza dell’intero tessuto narrativo e una necessaria integrazione alla comprensione di quelle micro-storie nazionali, nostre e altrui, che sono state piccole tessere di un policromo mosaico sociale internazionale di fine XX secolo. Ma poi, senza intenzione, questo involontario ‘Bildungroman’ molto può dire ai giovani. Peraltro qui vi si mantiene un’espressione colo­rita e discorsiva, divertita e sorprendente, spa­zientita e ‘naïve’, intenerita e ammirata, asser­tiva e compunta… e, se ‘nomen omen’, diremmo uno stile ‘de vivo’, quasi ‘live’… Va precisato, comunque, che il titolo ‘TERRE’ rispecchia il filo rosso dell’infanzia ‘agricola’, radicata sul forte impianto educativo paterno, fino alle coerenti scelte motivazionali geo-cen­triche, sempre dettate e mantenute secondo etica e dignità, innegabilmente ‘sub specie scientiae’.

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